L'intervento. Gli energivori e la "regola del 100"

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Bollette, sgravi e oneri di sistema. C'era una volta un'azienda che...

Gli articoli : "Allarme bollette sui nuovi sgravi elettrici",  "Oneri generali di sistema, pressing dell'Autorità" e "L'allarme dell'Autorità sugli squilibri creati dalla generazione distribuita",  apparsi nei giorni scorsi sulla stampa specializzata e non, hanno frenato l'entusiasmo degli "energivori", che finalmente, con il decreto del Mse del 28 dicembre u. s.,  vedevano nascere  una categoria di consumatori particolarmente sensibili al costo dell'energia elettrica, alla quale veniva riconosciuto il diritto di avere una riduzione del peso degli oneri generali di sistema, divenuti ormai non più compatibili con la sopravvivenza delle loro produzioni in un mercato competitivo.

Pur concordando con la richiesta di selezione oculata tra le aziende interessate, anche per evitare una distribuzione a pioggia dei benefici, che necessariamente diventerebbero poco significativi e finirebbero per non risolvere i problemi di nessuno, riteniamo che le perplessità dichiarate dal Presidente dell'Autorità per l'Energia, Guido Bortoni, su una ridistribuzione che compensi gli sgravi di alcuni con l'aggravio di altri ( in particolare il consumo domestico) siano eccessive, perché é molto più conveniente salvare certe aziende che non evitare incrementi trascurabili di costo distribuiti sulle famiglie. 

Buona parte degli associati Aicep mi hanno fatto pervenire le loro osservazioni sulla questione ed uno dei più sensibili all'incidenza dei costi energetici sul suo fatturato mi ha trasmesso un'ipotetica storiella, che simpaticamente  raccoglie e sintetizza le preoccupazioni di tutti. Eccola.

C'era una volta una media azienda che operava nel settore manifatturiero sul territorio italiano.

Aveva concorrenti un po' ovunque, sia italiani che europei, esterni ed interni al gruppo multinazionale di appartenenza.

L'azienda dava lavoro a 100 persone. Faceva un fatturato di 100 milioni di euro. Consumava 100 milioni di kWh.  Aveva 100 anni di storia.

Fino al 2008 le cose andavano benino poi, si sa, la crisi non risparmia nessuno. E così l'azienda serra un po' i ranghi, tira la cinghia, si adatta a questa nuova situazione di difficoltà. Riduce i costi, migliora la qualità dei prodotti, non licenzia e nel 2010 è pronta a ripartire.

Poi arriva la batosta: in tre anni la sua bolletta energetica aumenta di 4 milioni di euro per garantire le sovvenzioni promesse ai soggetti (finanziari) che hanno investito nelle rinnovabili. Vuol dire andare dal nero al rosso.

I dirigenti dell'azienda non si danno pace, vogliono trovare una soluzione all'enigma: come fare a recuperare questi 4 milioni di euro.

Fatturato 100 milioni ... Consumo elettrico 100 milioni di kWh Dipendenti...

Ma certo ! Come abbiamo fatto a non pensarci prima? Basta licenziare qualcuno. Fanno due conti: il costo medio aziendale per un dipendente è 40.000 €. 4 milioni diviso 40.000... 100! Ancora la regola del 100. Fantastico: basta licenziare 100 persone ed il gioco è fatto...

Si dirà: "Ma così non rimane nessuno". E: "ci saranno 100 famiglie senza lavoro".

Beh, però  non avranno rincari sulla loro bolletta elettrica casalinga per quegli stupidi sgravi che, con dieci anni di ritardo rispetto alla Germania, lo stato italiano vuole concedere a questo tipo di aziende. Ma di quanto aumenterebbe questa famigerata bolletta domestica? Beh non molto in verità: 10 -15 € all'anno che comunque potrebbero essere felicemente spesi per mangiare una pizza (da divedersi ovviamente) o per chissà quali altre necessità insoddisfatte. Forse...

"Forse" perché se 100 aziende che sottostanno alla regola del 100 licenzieranno i loro 100 dipendenti, verranno a mancare molte delle risorse necessarie a sovvenzionare chi ha messo i pannelli dove prima coltivava il grano. E sarà allora che chi di dovere dovrà spiegare a quelle 10.000 persone e alle loro famiglie che, a fronte della chiusura delle loro fabbriche, è necessario aumentare nuovamente il peso degli oneri in tariffa per garantire il gettito necessario a coprire gli incentivi promessi.

E che quindi dovranno rinunciare alla loro pizza. Tanto vale che ci rinuncino evitando la chiusura delle aziende.

Vabbé: però non sarà difficile spiegarlo. Basta non parlare della regola del 100

Come se ne esce? Bene ha fatto l'Aeeg a sottolineare la necessità di affrontare alla radice il problema andando ad analizzare cosa è stato dato come incentivo nei primi conti energia , per rimodulare tale  importo che è stato in passato quasi una  regalia,  che ora non ci possiamo più  permettere, ma anche per dare una qualche certezza di sopravvivenza per il futuro del settore.

Sono problemi che vanno affrontati pacatamente, ma immediatamente  su un tavolo di negoziazione che deve riportare il sistema elettrico nella giusta direzione, di motore dello sviluppo industriale del paese e non di freno o peggio ancora di chiusura delle attività.

*Presidente AICEP

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