L’intervento. Energivori, ma 60 giorni quanto durano?

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Le classi ipotizzate, sulla base del rapporto tra costi dell'energia elettrica e fatturato (in altri termini incidenza dell'energia elettrica sul fatturato), sono:  da 2 a 6 %, da 6 a 10 %, da 10 a 15 % e oltre 15 %.

Nessuno degli altri 3 criteri evidenziati nel DM 5 aprile 2013:


•    Livello di consumo annuo,
•    Settori di attività di cui ai codici ATECO,
•    Livello di tensione di prelievo

è stato preso in considerazione ai fini della percentuale complessiva di esenzione per aziende energivore.

L'Aeeg  già il giorno precedente, 23 aprile 2013, emetteva la deliberazione 168/2013/R/EEL, cui seguiva in data 16/5/2013 la deliberazione 204/2013/R/EEL, delle quali  la prima prevedeva l' " Avvio di procedimento per la rideterminazione  dei criteri di ripartizione degli oneri generali di sistema elettrico a carico dei clienti finali", la seconda l' " Avvio di procedimento per la riforma delle tariffe dei servizi di rete, nonché delle componenti tariffarie a copertura degli oneri generali di sistema per le utenze domestiche in bassa tensione".

Entrambe presentano delle procedure di lungo periodo, assoggettate a consultazioni e verifiche di vario tipo, che sono incompatibili con l'urgenza dei "veri energivori". Non c'è più tempo da perdere: i veri energivori stanno soffrendo ed è necessario far qualcosa che abbatta il divario dei loro costi energetici, con quelli di omologhe aziende di altri Paesi europei.

Purtroppo stiamo vivendo una situazione paradossale legata all'esistenza di un altro paradosso tutto italiano: si producono elevati quantitativi di energia elettrica a prezzi nulli ma, a causa dei costi di investimento elevati delle fonti rinnovabili, il prezzo non subisce forti contrazioni. I costi accessori in Italia sono, dunque, più elevati dei costi dell'energia, mentre altrove , guardando ad esempio Francia e Germania, vi sono normative che prevedono dichiarati vantaggi per le imprese energivore finalizzati a non penalizzare la loro competitività internazionale.

Già in data 22 aprile 2013 abbiamo trasmesso ai Direttori del Dipartimento Energia del Mse e della Direzione Infrastrutture dell'Aeeg una comunicazione via e-mail (disponibile in allegato sul sito di QE).

Nessuna risposta ci è ancora pervenuta e ci domandiamo se e quando la nostra proposta possa essere valutata dall'Aeeg. Anche se  è comprensibile il suo imbarazzo di fronte all'impopolarità di una delibera che porti ad un incremento delle componenti tariffarie da attribuire alle PMI ed ai clienti domestici, è altrettanto vero che  .. a bocce ferme .. si debbano comunque affrontare da un lato elevati costi dell'energia e, dall'altro,  la perdita di occupazione legata alla chiusura delle imprese  spinte ad andare all'estero o a chiudere la loro attività, come alcune hanno fatto.

In considerazione di ciò e - ritenendo che quanto sopra proposto, in considerazione delle barricate erette dai consumatori non energivori, sia difficilmente attuabile in tempi brevi , abbiamo cercato un'alternativa, che stiamo valutando in collaborazione con l'Aiee (Associazione Italiana Economisti dell'Energia), mediante uno studio econometrico, che potrebbe evidenziare la convenienza economica per tutti, lasciando il sistema di remunerazione degli oneri come avviene oggi.

La ricetta proposta da Aicep per risolvere questo problema non è un fatto nuovo per il sistema industriale italiano: così come da anni avviene - a sostegno della sopravvivenza dell'industria cinematografica nazionale -, si auspica per gli energivori la creazione di un'analoga possibilità di accesso ad un meccanismo di tax credit che: da un lato non stravolgerebbe l'attuale sistema di ripartizione e fatturazione degli oneri parafiscali in bolletta, dall'altro scongiungerebbe l'abbandono del nostro territorio da parte di tali imprese.

Ovviamente tutto ciò richiede una seria volontà politica che voglia veramente  mantenere in Italia tanto un apparato produttivo industriale, quanto una significativa forza lavoro manifatturiera ma … soprattutto .. una seria volontà di decidere, decidere, decidere che seppellisca l'inaccettabile deriva del silenzio e del rinvio sine die di problemi nazionali urgenti da risolvere in tempi brevi con la forza della volontà e dell'orgoglio nazionale che anima i nostri cugini francesi e tedeschi ed i loro governi che li supportano e sostengono adeguatamente in ambito nazionale ed europeo (vedi la Merkel proprio in questi giorni ! ).


*Presidente Aicep

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